Gli alieni fanno ridere

00:05:04 24.06.2016
Esattamente 69 anni il ricco affarista americano Kenneth Arnold riportava il primo avvistamento di oggetti volanti non identificati. Il caso diede il via a una vera e propria 'ufomania'. Parlare di invasioni aliene fu subito di moda al cinema. E c'è chi sugli omini verdi ci scherza su, anche sul grande schermo italiano
Trascrizione audio
Gli alieni fanno ridere 24 giugno 1947. Prima di questa data gli Ufo non esistevano. O almeno nessuno, ancora, li aveva mai visti. A dare vita a quello che subito diventò un fenomeno popolare fu l'avvistamento di Kenneth Arnold. Arnold, ricco uomo d'affari americano, riportò di avere visto dal proprio aereo privato, senza identificarli, nove oggetti simili a dischi volanti librarsi in formazione serrata. Nasceva così, esattamente 69 anni fa, il fenomeno Ufo. Errori di percezione, palloni sonda, lanci sperimentali - quest'ultimi in quegli anni molto comuni – contribuirono a dare vita a una vera e propria 'ufomania': solo nel 1947 furono riportati decine di avvistamenti di oggetti volanti non identificati tra cui il famoso caso Roswell. Nella cultura popolare l'espressione Unidentified Flying Object diventò subito sinonimo di nave spaziale aliena. Da qui le nascita delle più disparate teorie sulla presenza di omini verdi sul nostro pianeta. La più diffusa (e indimostrata) è quella del complotto secondo cui gli extraterrestri sarebbero già scesi sulla sulla terra ma i governi di tutto il mondo, in particolare gli Stati Uniti d'America, li avrebbero tenuti nascosti. Poi ci sono rettiliani, una sorta di alieni infiltrati, rettili umanoidi che starebbero pian piano occupando tutte le posizioni di potere per conquistare il pianeta. I 'visitors' il cinema li racconta in tutte le salse e c'è anche chi ci scherza su. Come Barry Sonnenfeld in Men in black, pellicola del 1997 che ripropone in chiave comico-avventurosa l'ipotesi dell'esistenza degli uomini in nero, agenti segreti del governo USA incaricatii di insabbiare presunti avvistamenti ufo. Tim Burton in Mars Attacks! ci svela il punto debole dei terribili marziani: la frequenza tonale della musica country, che fa loro esplodere la testa. Anche il grande schermo italiano vanta diversi titoli appartenenti al genere spaziale umoristico. Totò nella luna del 1958 diretto da Steno è una parodia dei film di fantascienza, molto popolari all'epoca. Qui gli ET hanno intenti benefici, intervengono mandando sulla Terra dei 'cosoni', copie aliene di Totò e Tognazzi - che richiamano parodisticamente i baccelloni dell'Invasione degli ultracorpi - con l'obiettivo di sventare la conquista umana dello spazio e mantenere il pacifico equilibrio tra i popoli alieni. Il disco volante diretto da un inconsueto Tinto Brass nel 1964 utilizza l'elemento fantascientifico - la discesa di un ufo nella campagna veneta - per costrutire una satira  di costume sulla società italiana dell'epoca. Il 1979 è l'anno di Uno sceriffo extraterrestre con Bud Spencer e il bambino alieno H7-25 dotato di particolari superpoteri. E.T. prima benevoli poi conquistatori chiamati Dargos sbarcano in Liguria nel 2004 in Invaxön di Morini e Pirrone. A contrastarli un gruppo di astronauti tra cui figura anche Franco Malerba. Nel cast anche gli Elio e le storie tese nei panni dei cavalieri Jepi. In Fascisti su Marte, film satirico di fanta revisionismo storico di Guzzanti e Skofic, un “manipolo di camicie nere” comandato dal gerarca Gaetano Maria Barbagli si lancia alla conquista del “pianeta rosso bolscevico e traditor”. Scambiate le pietre marziane esseri senzienti, chiamati mimmimi, 'baldi fiori del regime' si danno a una campagna di dominio del pianeta. Se mai dei visitori alieni dovessero suonarci alla porta potremmo proporre loro una serata d'essai, sperando che siano dotati di autorironia e senso dell'umorismo.
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