Sisma schedato dai satelliti

00:03:08 04.04.2017
Il terremoto di Kaikoura del novembre 2016, in Nuova Zelanda, è stato uno dei più complessi mai misurati fino ad oggi. Per 'schedarlo' e tracciarne l'identikit un team internazionale di scienziati ha combinato le informazioni GPS con i dati raccolti dai satelliti. Ce lo racconta Elisabetta D'Anastasio, ricercatrice al GNS Science neozelandese e co-autrice dello studio appena pubblicato su Science
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Intervista a Elisabetta D'Anastasio, ricercatrice italiana al GNS Science in Nuova Zelanda "Il 13 novembre 2016, all' 1 di notte in Nuova Zelanda c'è stato un terremoto di magnitudo 7,8 nella zona di Kaikoura. Questo terremoto è stato registrato molto bene dai dati insar, dalla rete gps sismica e dalla rete gps temporanea Io vengo dall’esperienza italiana, dove i terremoti uccidono un sacco di persone. Questo invece Èèstato un terremoto molto più forte di quelli che avvengono mediamente in italia e ha ucciso ‘solo’ due persone, una delle quali è morta di infarto. La particolarità è che è stato un terremoto forte registrato molto bene da strumenti a terra. Di solito questo tipo di terremoti in zone di subduzione avviene offshore, quindi la rete di strumenti che lo può misurare è limitata. Invece in questo caso pensiamo che sia stato uno dei più forti terremoti che ha questa qualità di registrazione suprattutto dal punto di vista di strumenti satellitari. Seconda cosa interessante: la sua complessità. Quello che si è capito – non da subito – è che questo terremoto ha coinvolto la rottura di più faglia. I grossi terremoti – come il terremoto di Sumatra, che ha sconvolto l’Indonesia nel dicembre 2016 – i modelli dicono che più o meno è una singola struttura (faglia) che si è rotta, con una distribuzione dei punti di rottura sulla singola faglia. Invece in questo caso l’integrazione dei dati satellitari e dei dati a terra hanno dimostrato che si è trattato della rottura di molte faglie - per ora ne abbiamo riconosciute 21. Le prime informazioni che noi abbiamo avuto sull terremoto sono state quelle dai dati GPS. C’erano 4 o 5 stazioni nella zona che avevano registrato molto bene l’evento, sia con dati ad alta frequenza sia con la classica soluzione giornaliera (quanto si è spostato un punto da un giorno all’altro) Già dal secondo giorno abbiamo capito che c’era qualcosa di strano: abbiamo osservato spostamenti molto grandi, fino a 5 metri. A quel punto sono iniziati ad arrivare tutti gli altri dati satellitari. InSar ha fatto la parte da leone: c’è stata una grossa selezione sulla quantità di immagini processate – le info raccolte erano talmente tante che era impossibile processarle tutte in tempo utile per dare una risposta adeguata alla popolazione e alla protezione civile neozelandese. Dovevamo cercare di capire il prima possibile cosa era successo. C’è stata una grossa collaborazione internazionale, per cui sia l’agenzia spaziale europea che quella giapponese hanno realizzato acquisizioni satellitari post terremoto specifiche per studiare il terremoto di kaikoura. E poi il processamento delle immagini insar è stato fatto in collaborazione con il JPL della NASA e il Comet in Gran Bretagna."
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