Hera verso il flyby di Marte

00:02:53 11.03.2025

Domani, 12 marzo, la sonda Hera effettuerà un passaggio ravvicinato di Marte.
La missione per la difesa planetaria di Esa sfrutterà l’attrazione gravitazionale del Pianeta Rosso per spostare la sua traiettoria in direzione del suo bersaglio: il sistema binario degli asteroidi Didymos e Dimorphos. Quest’ultimo è l’asteroide colpito dalla sonda Dart di Nasa nel settembre 2022, sotto lo sguardo del nanosatellite LiciaCube di Asi, per il primo test di difesa planetaria finalizzato a deviare l’orbita di Dimorphos attorno a Didymos.
Lanciata il 7 ottobre 2024, Hera raggiungerà Dimorphos nel 2026 per analizzare con precisione il cratere causato da Dart e i cambiamenti orbitali indotti dall’urto. Hera trasformerà così il metodo dell'impatto cinetico per la deviazione degli asteroidi testato da Dart in una tecnica potenzialmente utilizzabile a difesa della Terra in caso di necessità.

«C'è molta Italia sulla sonda Hera, infatti sono italiani il sistema di potenza elettrica, la propulsione e il trasmettitore per lo spazio profondo. – afferma Marco Castronuovo, Responsabile dell’Ufficio Osservazione e Sorveglianza di ASI - A bordo della sonda Hera stanno viaggiando anche due piccoli Cubesat che, una volta rilasciati nello spazio, potranno sorvolare da vicino la superficie dell'asteroide. Uno dei due cubsat è a guida italiana ed è stato intitolato ad Andrea Milani, professore di meccanica orbitale dell'Università di Pisa, nonché scienziato di fama internazionale. L'importanza di questa missione sta nel fatto che rappresenta il primo esperimento di difesa planetaria e apre la strada la possibilità che il genere umano si difenda da eventuali impatti di corpi celesti capaci di eventi catastrofici su scala planetaria».

Il flyby di domani permetterà alla sonda di accorciare il viaggio di mesi e risparmiare molto carburante. Hera passerà a circa 5000 km dalla superficie di Marte, e si spingerà fino a soli 300 km da Deimos, la più piccola e più distante delle due lune del pianeta.

Questa manovra segna anche il primo utilizzo scientifico degli strumenti della missione che fotograferà il lato di Deimos rivolto verso Marte.
Quando la sonda si allontanerà da Marte, avrà la possibilità di immortalare anche Phobos, la luna marziana più grande.

 

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