Quartetto planetario per la stella di Barnard

00:02:01 14.03.2025

Uno era già stato individuato: Barnard b, con una massa pari ad almeno la metà di quella di Venere e dove un anno dura poco più di tre giorni terrestri. Ma la caccia agli esopianeti in orbita attorno alla stella di Barnard, la stella singola più vicina alla Terra dopo il sistema triplo di Alpha Cenaturi, non si è mai fermata. Ci sono volute 112 notti di osservazione nell’arco di tre anni, ma l’attesa è stata ripagata: attorno a questa nana rossa, situata a soli sei anni luce da noi, orbitano altri tre esopianeti.

La scoperta è stata possibile grazie allo strumento Maroon-X, montato sul telescopio Gemini North, alle Hawaii, e progettato appositamente per cercare pianeti lontani attorno alle nane rosse. Maroon-X rileva gli esopianeti utilizzando la tecnica delle velocità radiali, osservando cioè il ‘dondolio’, causato dall’attrazione gravitazionale che i pianeti esercitano sulla loro stella. Questo movimento provoca lievi oscillazioni nella lunghezza d’onda della luce emessa dalla stella, variazioni che lo strumento è in grado di misurare con estrema precisione, permettendo di distinguere il numero e la massa degli esopianeti.          

In totale, i mondi individuati - molto probabilmente rocciosi - sono quattro, uno dei quali è il meno massiccio mai scoperto finora utilizzando la tecnica delle velocità radiali. Con una massa compresa tra il 20 e il 30 per cento di quella terrestre, queste mini-Terre completano un’orbita in pochi giorni. A causa, però, dell’angolazione da cui le osserviamo dalla Terra, non transitano mai davanti alla loro stella, rendendo difficile determinarne la composizione. Gli astronomi escludono, con buona certezza, la presenza di altri esopianeti con masse paragonabili a quella terrestre nella zona abitabile della stella di Barnard, dove le condizioni potrebbero consentire la presenza di acqua liquida in superficie.

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