Difesa planetaria, due nuovi studi analizzano l’impatto della sonda Dart
Due studi pubblicati su Nature Communications, frutto della collaborazione tra il Politecnico di Milano, il Georgia Institute of Technology e altri istituti internazionali, analizzano i risultati della missione Dart della Nasa, che ha colpito l’asteroide Dimorphos nel settembre 2022 per il primo test di difesa planetaria. L’impatto è stato immortalato da vicino dal nanosatellite LiciaCube dell’Agenzia Spaziale Italiana, realizzato da Argotec con il coordinamento scientifico dell’Inaf.
L’impatto, osservato anche attraverso telescopi terrestri e spaziali come Hubble, ha prodotto una grande quantità di detriti, rivelando informazioni cruciali per migliorare l’efficacia di future missioni di deviazione degli asteroidi. Il team del primo studio, coordinato dal Politecnico di Milano, ha usato immagini di Hubble e simulazioni numeriche per stimare la massa, la velocità e la dimensione delle particelle espulse, evidenziando l’influenza della pressione della radiazione solare, ovvero la spinta della luce del Sole sulle particelle espulse.
La seconda ricerca, coordinata dal Georgia Institute of Technology, ha dimostrato che la superficie arrotondata dell’asteroide riduce la spinta generata dall’impatto del 56% rispetto a una superficie piatta, suggerendo che l’uso di diverse sonde più piccole rispetto a Dart per l’impatto potrebbe risultare più efficace e conveniente. Comprendere i processi di collisione e le loro conseguenze è fondamentale per conoscere le proprietà degli asteroidi, la loro evoluzione naturale e, in ultima analisi, per progettare azioni di mitigazione a scopo di difesa planetaria.