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SpaceX mette a segno un altro successo con il recupero delle due parti dell’ogiva, la copertura del payload che si trova sulla sommità del Falcon 9. Il doppio recupero - il primo in assoluto per SpaceX - è avvenuto lo scorso 20 luglio dopo il lancio del satellite coreano Anasis-II, grazie a due navi al largo delle coste della Florida attrezzate con ampie reti che hanno catturato le ogive letteralmente al volo. Le due semi ogive sono state rilasciate dopo l’accensione dello stadio superiore del Falcon: dotate di paracadute, in caso di mancato recupero al volo, possono galleggiare ed essere ripescate in seguito, anche se il contatto con l’acqua salata sarebbe da evitare, poiché corrosiva per i componenti. In passato SpaceX è riuscita ad effettuare recuperi parziali delle ogive nel giugno 2019, agosto 2019 e gennaio 2020. Riutilizzare le ogive è un grande risparmio in termini di costi per l’azienda - il loro valore stimato è infatti di circa di 6 milioni di dollari - e rappresenta anche un gesto di cura verso l’ambiente che evita la presenza di materiale inquinante nell’oceano. Ora SpaceX attende il prossimo traguardo: il rientro della capsula Crew Dragon Endevour con a bordo i due astronauti Bob Behnken e Doug Hurley che si staccheranno dalla Iss il 1 agosto, per effettuare un rientro a terra con splashdown a largo della Florida nella serata del 2 agosto.