Migranti in mare, dallo Spazio un aiuto per salvarli

00:04:05 30.06.2016
Attraversa acque territoriali diverse e non sempre i mezzi dei migranti sono visibili dalle navi impegnate nel pattugliamento per la sicurezza delle coste che si affacciano sul Mediterraneo. Ma un aiuto arriva dallo Spazio, attraverso un sistema integrato di competenze per monitorare il mare. Negli ultimi tre anni è stato sperimentato Closeye, questo il nome del sistema finanziato dalla Commissione europea che mette a sistema tecnologie dell'aerospazio, operazioni della Marina militare e decisioni del ministero dell'Interno
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Solo nel 2015 sono stati 140mila i migranti sbarcati sulle coste italiane. In cerca di un futuro hanno attraversato il Mediterraneo per approdare principalmente a Lampedusa, Augusta e Reggio Calabria. Così è stato per quelli che ce l'hanno fatta, migliaia sono morti in mare. Chissà come, chissà dove. I migranti che tentano di arrivare in Italia partono soprattutto dall'Eritrea, dalla Nigeria e dalla Somalia. Il loro percorso in mare, tappa obbligata di un esodo biblico, è accidentato e pericoloso. Attraversa acque territoriali diverse e non sempre i mezzi dei migranti sono visibili dalle navi impegnate nel pattugliamento per la sicurezza delle coste che si affacciano sul Mediterraneo. Ma un aiuto arriva dallo Spazio, attraverso un sistema integrato di competenze per monitorare il mare. Negli ultimi tre anni è stato sperimentato Closeye, questo il nome del sistema finanziato dalla Commissione europea che mette a sistema tecnologie dell'aerospazio, operazioni della Marina militare e decisioni del ministero dell'Interno. Closeye rappresenta un tassello nello sviluppo di infrastrutture in grado di unire competenze e tecnologie per garantire la sicurezza marittima e fornire supporto decisionale alle autorita' preposte al controllo dei confini. Di fatto Closeye è un prototipo per il futuro, ha spiegato il presidente dell'Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston. Un modello che può guidare la pianificazione delle politiche sulla migrazione. La tecnologia di Closeye utilizza gli occhi dei satelliti e aggiunge anche quelli dei droni, in grado di aumentare di decine o centinaia di chilometri la capacità osservativa di quello che succede nel Mediterraneo, aprendo la strada a interventi più precisi e puntuali. Primo partner del progetto nel Mediterraneo centrale è Leonardo Finmeccanica, che ha adoperato soluzioni innovative per rilevare le piccole imbarcazioni, tra cui radar e sistemi per l'elaborazione in tempo quasi reale delle immagini satellitari. Ci spiega di cosa si tratta Giovanni Violante, ingegnere di Leonardo Finmeccanica Closeye è uno sforzo ingente, ma con il progresso tecnologico questo tipo di servizi diventerà nei prossimi anni sempre più accessibile, meno costoso e disponibile per gran parte della popolazione. Di fatto, è il primo passo verso una rivoluzione negli spostamenti. Sistemi come Closeye non saranno utilizzati solo per il controllo delle coste e sicurezza delle persone in mare, ma anche per mappare minuto per minuto tutti gli spostamenti, via terra o via mare
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