Artemis 1, non solo un viaggio di andata e ritorno
La missione Artemis 1, oltre a testare il nuovo sistema di trasporto Nasa per l'esplorazione della Luna, porta con sé dieci cubesat con uno specifico compito tecnico scientifico. A circa due ore dal lancio la capsula Orion si separerà dal secondo stadio del lanciatore. Quest’ultimo, chiamato ICPS, rilascerà i piccoli satelliti in 3 diverse fasi, dette bus stop. Tra i primi, ci sarà l’italiano Argomoon, incaricato di produrre immagini dettagliate dell'Icps e poi della Luna e della Terra. Unico cubesat europeo a bordo di Artemis 1, Argomoon è un satellite dell'Asi realizzato dalla società Argotec di Torino. Degli altri 9, 7 americani e due giapponesi, 4 sono dedicati allo studio della Luna, e si occuperanno in particolare, della raccolta dati per la ricerca di siti di allunaggio e della presenza di acqua sul satellite. Uno di essi, un lander in miniatura, atterrerà sulla superficie del satellite per studiare le radiazioni al suolo. Il tutto in vista di future missione umane.
Orion proseguirà il suo percorso verso la Luna, grazie alla spinta impressa dai propulsori del Modulo di Servizio Europeo, la cui struttura è realizzata in Italia. Questa fase potrà durare tra i 2 e i 5 giorni. Orion entrerà nell'orbita distante retrograda attorno alla Luna dopo un sorvolo del satellite attraverso la tecnica della fionda gravitazionale. Durante la permanenza in orbita, gli ingegneri testeranno i sistemi di Orion, la prima navicella nata per volare a oltre 450mila km dalla Terra e in grado di ospitare esseri umani per più di tre settimane. Dopo circa sette giorni i motori si riaccenderanno per prepararsi alle manovre inverse e tornare sulla Terra. Il rientro in sicurezza di Orion è uno dei traguardi principali della missione che dovrà poi ospitare gli astronauti e iniziare una nuova era dell’esplorazione spaziale.