Space Weather, è italiana la banca dati per i pericoli che arrivano dal Sole

00:04:38 22.02.2016
Università e industria vanno a braccetto per difendere la Terra dalle insidie che arrivano dal Sole. E' iniziata la collaborazione tra il gruppo 'Space Weather' del dipartimento di Fisica dell'Università di Tor Vergata e le industrie high tech, con il finanziamento della Regione Lazio
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Università e industria vanno a braccetto per difendere la Terra dalle insidie che arrivano dal Sole. E' iniziata la collaborazione tra il gruppo 'Space Weather' del dipartimento di Fisica dell'Università di Tor Vergata e le industrie high tech, con il finanziamento della Regione Lazio. L'obiettivo di questa particolare alleanza è realizzare il prototipo di una banca dati con tutte le informazioni sulle condizioni dello stato fisico dello Spazio nelle vicinanze della Terra, a cui si aggiungono software per selezionare e visualizzare i dati rendendoli leggibili dalle industrie che ne faranno richiesta. Perché? Per difendere il loro patrimonio tecnologico. La nostra stella è di vitale importanza per la sopravvivenza sulla Terra, tuttavia alcuni fenomeni ad essa associati sono particolarmente pericolosi per i sistemi tecnologici che siamo abituati a usare. Alcuni eventi potrebbero essere “estremamente rischiosi in quanto una buona percentuale di satelliti potrebbero smettere di funzionare”, spiega il professor Francesco Berrilli del dipartimento di Fisica Solare dell'Università di Tor Vergata alla presentazione della banca dati di Space Weather nella sede dell'Agenzia spaziale italiana (Asi). I processi fisici originati nel Sole che ci fanno rischiare un black out tecnologico sono essenzialmente quattro. I flare, o brillamenti solari, i CME, ossia le emissioni di massa dalla corona solare, gli SPE, cioè gli eventi di particelle solari e, infine, il vento solare, che soffia almeno a 200 chilometri al secondo. Gli effetti nefasti di questi fenomeni riguardano la degradazione delle comunicazioni radiosatellitari, i cortocircuiti di sistemi di bordo, la perdita del segnale di posizionamento, ma anche scariche su aerei ed elicotteri e radiazioni. Il Sole diventa quindi pericoloso per una società tecnologica come la nostra. La speranza è quella di riuscire a prevedere con anticipo i fenomeni, così da correre ai ripari in tempo. Gli eventi in questione rientrano nella casistica dello 'Space Weather', vale a dire quell'insieme di perturbazioni naturali nello Spazio che influenzano comportamento ed affidabilità degli strumenti e che possono creare rischi per la salute e l'incolumità degli uomini. Questa la definizione contenuta nel documento consegnato al presidente degli Stati Uniti Barack Obama nell'ottobre 2015. Il primo evento di 'Space Weather' viene considerato quello di Carrington, avvenuto nel 1859. All'epoca gli sconvolgimenti a Terra furono tali che da Roma fu visibile addirittura l'aurora boreale. Le linee telegrafiche si bloccarono per 14 ore a causa della tempesta solare individuata dall'astronomo Richard Carrington: fu la prima volta in cui si verificò un'interferenza dallo Spazio con la tecnologia terrestre. Se eventi importanti si verificano oggi, naturalmente l'impatto è molto più significativo a causa della grande mole di strumenti tecnologici che fanno ormai parte della nostra quotidianità. Da qui l'esigenza della previsione e della consultazione ed elaborazioni di dati, come nel caso del progetto del database, che “metterà a disposizione delle industrie aerospaziali dati che riguardano sia telescopi a Terra che osservano il Sole sia telescopi nello Spazio, come PAMELA e ALTEA”. Il prototipo del centro di servizi arriverà tra due anni.
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