Alla ricerca del Pi greco di Hubble

00:02:28 23.10.2018
L'universo in cui viviamo è in continua espansione. Questa scoperta, conosciuta da quasi un secolo come legge di Hubble, ha cambiato completamente la cosmologia moderna. Ora un nuovo studio dell’Università di Chicago, pubblicato su Nature, afferma che l’accelerazione dell’universo potrà essere misurata con esattezza nel giro di una decina d’anni grazie alle onde gravitazionali
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L'universo in cui viviamo è in continua espansione. Questa scoperta, conosciuta da quasi un secolo come legge di Hubble, ha cambiato completamente la cosmologia moderna. L'ha annunciata nel 1929 l'astronomo statunitense Edwin Hubble, che ha dato il nome all'omonima costante, indice dell'accelerazione del cosmo. E così una delle più brillanti menti del secolo scorso si vide rinnegare il suo modello cosmologico: si tratta di Albert Einstein, che una dozzina di anni prima - era il 1917 - aveva applicato all'universo la sua teoria della relatività generale, costruendo così un modello di spazio omogeneo e curvato, né in espansione né in contrazione. Einstein rimase fedele alla sua teoria dell'universo statico fino al 1931, quando adottò il modello dell'universo in espansione. Modello confermato definitivamente vent'anni fa sulla base dell'osservazione di supernove di tipo Ia in galassie lontane - scoperta che è valsa il Nobel per la fisica nel 2011, e che ha dimostrato un aumento della velocità di espansione dell'universo. Eppure la teoria dell'accelerazione cosmica è ancora lontana dalla sua completezza: il grande rompicapo resta proprio la costante di Hubble, ovvero il tasso di espansione del cosmo. Questo valore dovrebbe avere le dimensioni di una velocità (chilometri al secondo) diviso per una distanza (misurata in megaparsec), ma ancora oggi gli astronomi non hanno trovato un accordo. Anzi, le varie osservazioni hanno portato ad attribuire alla famigerata costante valori molto diversi tra loro, senza trovare una risposta soddisfacente rispetto a quanto l’universo stia effettivamente accelerando. Ma presto le cose potrebbero cambiare: curiosamente, grazie a un'intuizione di Einstein, che oltre un secolo scorso ha predetto le onde gravitazionali, poi confermate nel 2016. In particolare, la prima osservazione lo scorso anno di onde gravitazionali sprigionate da una collisione di stelle di neutroni ha offerto uno strumento prima impensabile per calcolare la costante di Hubble. La collisione tra i due oggetti ha infatti generato un lampo di luce potenzialmente capace di dare una stima della velocità del sistema rispetto a noi - risalendo così all'accelerazione cosmica. Adesso un nuovo studio, pubblicato su Nature, fornisce per la prima volta una valutazione di quando questo potrebbe succedere: secondo il modello elaborato dal team di ricerca, coordinato dall'Università di Chicago, grazie alle onde gravitazionali avremo un valore esatto della costante di Hubble entro i prossimi 10 anni. Si avvia dunque il countdown per assegnare finalmente un valore a questo fondamentale Pi greco del cosmo.
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